Il periodo storico che stiamo passando vede un proliferare di remake, cosa sempre accaduta ma che adesso ha subito un’impennata a causa di un imperante clima da revival nei confronti degli anni Ottanta e Novanta. Ricordate Jumanji? Il film con Robin Williams alle prese con animali digitali fuoriusciti da un gioco da tavola? Ebbene, anche uno dei cult di due decenni fa torna a vivere sul grande schermo con un sequel dal titolo Jumanji -Benvenuti nella giungla. Al timone troviamo Jake Kasdan il quale, dopo aver diretto alcune commedie come Bad Teacher e Sex Tape – Finiti in rete, conferma la sua vena comica rielaborando in chiave ironica e scanzonata la mirabolante avventura di quattro ragazzi finiti all’interno di un videogioco. La sua rivisitazione, tuttavia, non convince del tutto e, nonostante le buone intenzioni, si connota come un prodotto senza grosse velleità.
I protagonisti sono l’ormai lanciatissimo Dwayne Johnson, Kevin Hart, Jack Black, Karen Gillan, Rhys Darby e Bobby Cannavale.
La storia riprende esattamente da dove era finito il primo film, ovvero nel 1996 e da una spiaggia nella quale un ragazzo trova la scatola da gioco Jumanji. Una volta tornato a casa il giovane, dopo lo scetticismo iniziale, apre il gioco e viene risucchiato al suo interno. Poco più di vent’anni dopo, quattro liceali in punizione ritrovano nello scantinato della loro scuola una vecchia console -anni novanta appunto- al cui interno c’è il dischetto di un gioco chiamato Jumanji. I quattro la accendono e dopo poco vengono risucchiati all’interno del videogame in una foresta popolata da animali mostruosi e uomini spietati. Il loro obiettivo è quello di sottrarre dalle mani di quest’ultimi una pietra magica e salvare Jumanji.
Andare a toccare un cult degli anni Novanta così caro ad un’intera generazione di ex ragazzi non è mai un’impresa facile. Kasdan, tuttavia, riesce ad aggirare tale difficoltà grazie alla sapiente e strategica scelta di non copiare il modello originale, bensì di creare un prodotto dagli spunti simili, ma dai toni e struttura narrativa molto diversi. Come si evince già dal sottotitolo, infatti, Jumanji – Benvenuti nella giungla decide per prima cosa di spostare l’ambientazione: non sono più gli animali di Jumanji a venire nel mondo reale, ma viceversa. Un cambio di fronte che permette ai protagonisti di avventurarsi tra alberi e animali feroci e, soprattutto, di dar vita ad una serie di siparietti comici, tutti giocati sulla caratteristiche fisiche di ognuno dei componenti del gioco, che riescono a strappare qualche risata e donare al film una veste indipendente e originale, com’era nell’intento del regista.
Tutto ciò ha un prezzo e lo scotto da pagare in questo caso è rappresentato da un plot sfilacciato e dispersivo nel quale il tema principale, cioè quello di salvare Jumanji, viene accantonato per lunghi tratti per lasciare spazio ai suddetti siparietti. Questi ultimi, poi, una volta finito l’effetto comico iniziale, hanno anche l’effetto di risultare stucchevoli e volgari ed anche poco adatti a sfruttare la verve comica di Jack Black o la fisicità di Dwayne Johnson e Karen Gillan.
Jumanji- Benvenuti nella giungla, in conclusione, cerca di trovare una sua personalità indipendente, ma le buone intenzioni si scontrano con una dura realtà.
Jumanji - Benvenuti nella giungla
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Regia
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Trama
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Cast
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Effetti speciali
Giudizio Finale
Jumanji - Benvenuti nella giungla, remake del cult degli anni novanta, non cerca di copiare il modello originale ma si rivela comunque un film poco riuscito e impalpabile.