Fin dalla sua prima apparizione con l’episodio del 1968 con protagonista il mitico Charlton Heston, la saga de Il pianeta delle scimmie si è ricoperta di un alone di fascino, epicità e genialità che l’ha resa una delle serie più belle e al tempo stesso sottovalutate della storia del cinema, nonostante il suo livello generale sia altissimo. Un sentimento comune confermato anche da questa nuova trilogia, avviata nel 2011 da Rupert Wyatt e proseguita da Matt Reeves il quale, con Apes Revolution – Il pianeta delle scimmie prima e con The War – Il pianeta delle scimmie, conferma ancora una volta di aver raggiunto un grado di maturità artistica notevole in quanto possiede ormai ottime doti da narratore da affiancare alla sua acclarata capacità di creare atmosfere catastrofiche e post apocalittiche. Il suo terzo capitolo, infatti, è un compendio di tutte queste qualità e si configura come un episodio ricco di contenuti, spettacolare, commuovente e con un enorme lavoro sui personaggi senza precedenti nella serie che sposta il senso di questa guerra su piani più profondi e complessi.
La morte di Koba, la scimmia ribelle e desiderosa di vendetta verso il genere umano che ha dato il via alla guerra, non ha calmato le acque, ed anzi gli uomini organizzano un blitz nel covo degli animali nel quale resta ucciso il figlio di Cesar. Il condottiero delle scimmie abbandona così i propositi pacifisti e, accompagnato dai suoi fedeli collaboratori, parte alla ricerca dell’accampamento nel quale il colonnello sta organizzando l’attacco decisivo per permettere alla razza umana di riconquistare il pianeta. Ha così inizio un lungo calvario di sofferenza, morti, sentimenti forti e tradimenti che porteranno a tragiche conseguenze per entrambe le razzie, sia vincitori che vinti.
“Per la famiglia, per la libertà, per il pianeta”, questi sono gli slogan presenti sulla locandina che fin da subito lasciano intendere come questo The War – Il pianeta delle scimmie sia il capitolo della trilogia più attento ai personaggi e ai loro drammi interiori quasi al punto di rischiare di apparire melodrammatico. Un pericolo scongiurato alla grande, però, dalla bravura di Reeves, che del film è anche co- sceneggiatore, nel trovare il giusto equilibrio tra la guerra personale tra Cesare e il colonnello e quella generale in cui la posta in palio è altrettanto alta, ossia il possesso del pianeta. Quello che ne viene fuori è un mosaico perfetto composto da piccoli tasselli tutti funzionali e ben amalgamati tra loro che rendono contenti sia i fan incalliti della saga che il pubblico occasionale per merito di un plot, che come da tradizione della saga, scorre con leggerezza e fluidità, senza per questo apparire mai banale e scontata.
Grandissimo il lavoro sui personaggi, su tutti la raffigurazione di un Cesare molto diverso da quello a cui eravamo abituati, la cui sete di vendetta e conflitto interiore sono valorizzate da un’eccezionale interpretazione di Andy Serkis che ha il merito non da poco di avere disegnato un personaggio carismatico e iconico. Sempre restando in tema di personaggi, poi, una nota di merito va all’inserimento del buffo scimpanzé “Bad Ape”, interpretato nel migliore dei modi da Steve Zahn.
Se qualche difetto c’è, questo va rintracciato in una parte centrale leggermente lenta e macchinosa, un finale con una soluzione un po’ troppo sbrigativa e alcuni riferimenti e metafore politiche che, seppur interessanti e intelligenti, avrebbero potuto essere sviluppate meglio per legarsi con maggior compiutezza alla guerra fra le due razze.
The War – Il pianeta delle scimmie è la giusta conclusione di una saga da rivalutare e riscoprire e che forse meriterebbe maggiore considerazione in sede di Oscar.
The War - Il Pianeta delle Scimmie
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REGIA
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TRAMA
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CAST
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EFFETTI SPECIALI
Giudizio Finale
The War- Il Pianeta delle Scimmie è la giusta conclusione di una trilogia da rivalutare sotto ogni ambito. Sempre ineccepibile performance di Andy Serkis che ha il merito non da poco di avere disegnato un personaggio carismatico e iconico. Il regista Matt Reeves conferma ancora una volta di aver raggiunto un grado di maturità artistica notevole in quanto possiede ormai ottime doti da narratore e lo dimostra in questo episodio ricco di contenuti, spettacolare, commuovente e con un enorme lavoro sui personaggi senza precedenti nella serie che sposta il senso di questa guerra su piani più profondi e complessi.